“La VITTORIA? Pane per i nostri denti. La SCONFITTA? La lasciamo masticare agli altri! Lealtà e divertimento innanzi tutto”

“Uno per tutti… tutti per uno” gridavano i moschettieri del re di Francia. “Lealtà e divertimento” invece quello che gridano i moschettieri di Vigatto. Una squadra che che sà come farsi notare, sfoggiando abiti di tessuto fine, piumaggi colorati e leggeri, per dare quella sensazione di benessere in grado di inebriarti, ubriacarti, renderti appagato al punto di essere così smarrito da non ricordarti il motivo e il luogo in cui ti  trovi. Ed è proprio nel momento in cui ti senti più smarrito che Vigatto ne approfitta e ti supera con leggerezza ed eleganza da far sembrare la sconfitta una cosa normale. Sono queste le peculiarità di questa squadra, anche se purtroppo non è mai riuscita a usarle al meglio per portare i suoi leggeri piedi sul gradino più alto.

Il Pollo è la mascotte di Vigatto.

Proseguendo dopo Alberi su Via Martinella, si arriva a Vigatto, il cui nome deriva dall’unione di due parole: Vico (nuclei di case più o meno raggruppate) e Catulo (probabilmente il fondatore di questo Vico). Le trasformazioni nel tempo (VicusCautli, ViCatuli, VicaGattuli) hanno portato all’attuale Vigatto. La sua storia è “movimentata” soprattutto dal punto di vista amministrativo; nel 1806 il governo francese creò 13 comuni chiamati Mairie, tra i quali Vigatto con le frazioni di Corcagnano, Carignano, San Ruffino, Gaione, Antognano, Alberi e, dal 1809, Panocchia. Nel 1927 il comune di Parma i comuni limitrofi compreso Vigatto. Nacque una controversia terminata nel 1943 con l’annessione a Parma. I cittadini di Vigatto si opposero e nel 1951 ritornò ad essere un comune, ma nel 1962 tornò ad essere definitivamente una frazione del Comune di Parma.

Il paese nasce come sempre attorno alla chiesa, i cui primi cenni storici risalgono al 1004; oltre alla chiesa, a Vigatto si trovano diversi altri luoghi interessanti come il parco del Marchese Melilupi di Soragna, la cartiera, la fornace, le storiche fabbriche di pomodori di Mutti e Pagani, la Madonnina.

Il figlio più illustre di Vigatto è sicuramente Marco Zanlari “Aquila”, capitano della “Brigata Julia”, partigiano che tanto ha fatto per la liberazione dal regime nazifascista. Scomparso da poco, è ricordato da tutti con affetto. A Vigatto tutti ricordano anche il Marchese Lupo Melilupi di Soragna, che si è sempre adoperato per il paese così come sta facendo il figlio Raimondo. Ultimo, ma non per importanza, l’ex sindaco di Parma Elvio Ubaldi.

Negli anni del primo dopoguerra e fino ai primi anni ‘50, a Vigatto non si trovava un solo disoccupato grazie alle fabbriche di pomodori, alla fornace, alla cartiera e ai coltivatori.